martedì 16 aprile 2024

Insalata di patate lesse, sgombro sott'olio, cipolle

Una Kartoffelsalat con la cipolla bianca e i filetti di sgombro sott'olio.
Le patate lesse sono molto versatili. Si possono mangiare al volo, con un pizzico di sale o condite con aglio e olio. Ma, se si preferisce l'amarognolo, ricordarsi del mix di prezzemolo e artemisia. Qui sopra con i vituperati e industriali filetti di sgombro sott'olio.
Con un po' di fortuna si posso trovare dai verdurai le prime cipolle novelle bianche
e schiacciate, sempre tra le prime ad accorgersi che si è aperta un'altra stagione.

Non bisogna dimenticare che le patate lesse si trovano bene anche sul tagliere di salumi ma che si possono anche accompagnare con  i cetrioli freschi e la panna acida; si può anche scopiazzare la mediterranea insalata di Pantelleria. O semplicemente sistemarle accanto alle carote lesse.
👉Tra i tanti accoppiamenti possibili metto al primo posto quelli che prevedono i vituperati e industriali filetti di sgombro sott'olio. E durante il risveglio primaverile dell'orto non possono mancare le patate bollite con lo sgombro sott'olio e l'erba cipollina.

giovedì 11 aprile 2024

Zuppa rossa di legumi in tazza, col pane di segale

Mix di legumi secchi ammollati nell'acqua e stufati in tegame su un soffritto di olio, cipolla e passata di pomodoro. Da inzupparci il pane...
Ciotola di legumi stufati nella passata di pomodoro. Il mix dei secchi comprende lenticchie, ceci e fagioli (borlotti, cannellini e rossi).
Lo stufato di legumi vicino ad un'insalata cruda di peperoni, cetrioli e cipolla crudi.
Nei giorni delle ombre lunghe le ore scorrono più lente e l'atmosfera e i ritmi sono quelli giusti per i comfort food da mangiare ben caldi nel freddo dei mesi invernali.
👉Su un soffritto di cipolle, carote e sedano, aggiungere le lenticchie, i ceci, i fagioli borlotti, cannellini e rossi (già ammollati per una notte in acqua e già lessati), un bicchiere di passata di pomodoro, qualche foglia di alloro e un cucchiaino di brodo vegetale Bauer. Portare a bollore, mescolare bene, abbassare la fiamma e lasciar cuocere a fuoco basso. E' tutto.

domenica 7 aprile 2024

La villa sulla rotonda di Villazzano, ricca di storie

Villa Tambosi fu costruita a fine Settecento, dove la strada che sale a Povo lascia la strada della Fricca, che va verso gli altipiani vicentini.
Dal suo cancello passarono i protagonisti delle guerre napoleoniche (Honoré Vial, comandante delle truppe francesi in Trentino nel 1809), dell'intellighenzia italiana sotto l'Austria (Antonio Tambosi) e del Sessantotto trentino (vi alloggiò un giovane Rento Curcio).

Villa Tambosi in Google Maps oggi: l'asfalto si è mangiato il bivio ed è dilagato a
destra e a sinistra, per fare spazio alla rotonda.

La fotografia è stata scattata durante la visita dell'imperatore austriaco Francesco
Giuseppe  alla fortezza sul dosso di San Rocco a Trento. La didascalia dice: "Il
passaggio del Kaiser Franz Joseph dalla fortezza di San Rocco a Trento in Italia:
Sütirol"
. All'epoca l'attuale territorio della provincia di Trento faceva parte del Ti-
rolo meridionale (Südtirol) che comprendeva le due attuali provincie di Bolzano
e di Trento.

Si trova vicino alla stazione ferroviaria di Villazzano, sulla collina di Trento e fu costruita sul finire del Settecento dalla famiglia dei nobili Balduini.
Successivamente venne acquistata dalla famiglia Tambosi, molto attiva nell’industria e nel commercio della seta e dei pellami; famiglia cui appartenne anche un noto personaggio della storia trentina: Antonio Tambosi.
Nel 1962 venne acquistata dai Frati Minori Cappuccini di Trento.
Il suo edificio è completato da un giardino e da un piccolo parco di conifere, allori e lecci. e le sue vicende sono intrecciate con la grande storia europea:
👉negli anni del grande turbine napoleonico la villa divenne sede del comando del generale Honoré Vial, che era il comandante in capo delle truppe francesi in Trentino nel 1809, l'anno di Andreas Hofer;
L'ingresso di Villa Balduini-Tambosi, testimone di tre snodi cruciali della storia mo-
derna in Trentino: Napoleone, Irredentismo, Sessantotto.
👉era la villa di famiglia di Antonio Tambosi, già consigliere comunale e presidente della Società Alpinisti Tridentini, poi podestà di Trento per due mandati consecutivi dal 1895 al 1899 e successivamente dal 1911 al 1913. Di orientamento politico liberale, dal 1901 al 1905 divenne deputato al parlamento di Vienna, nel quale ricoprì anche la carica di vicepresidente. Dopo il passaggio all'Italia, fu nominato senatore del Regno nel settembre 1920 ma morì l'anno seguente, prima di entrare in carica. A lui sono dedicati l'Istituto Tecnico Commerciale di Trento e una scuola primaria a Bolzano;
👉quando il futuro fondatore delle Brigate Rosse, Renato Curcio, si iscrisse alla facoltà di sociologia a Trento, nel 1963, alloggiava gratuitamente nel convitto universitario di Villa Tambosi, dove entrò in contatto con esponenti del Psi e accettò il lavoro di segretario del vice-sindaco di Trento Iginio Lorenzi, membro della prima giunta del democristiano Edo Benedetti, a capo della prima coalizione di centrosinistra insediatasi in un capoluogo di regione in quegli anni così lontani e diversi. La villa è oggi sede del centro studi di fisica nucleare teorica ECT.

domenica 31 marzo 2024

La panchina da panino al Col Fortin in Valsugana

E' stato risistemato il sentiero che porta da Ospedaletto al vicino Col Fortin, una delle tante opere belliche tirate su durante la WW1.
Sempre attrattiva, anche nelle giornate di nuvolaglia, sembra fatta apposta per una sosta "da panino nello zaino". Ci troviamo alla base del Monte Lefre e di fronte vediamo gli stretti e repulsivi valloni che scendono dalla zona di guerra dell'Ortigara e della Caldiera.
Il sentiero si snoda in sinistra Brenta partendo dal paese di Ospedaletto. E lungo il
suo breve percorso si incontra la "panchina da panino" affacciata sul fondovalle.

L'attrattività di questo sentiero sta tutta nel suo essere breve, facile, decentrato, periferico, marginale e quindi ignorato dai flussi turistici. Ma è profondamente inserito nella storia della valle, del suo paesaggio e della sua storia locale, è stato segnato e modificato dalle vicende storiche che lo hanno scosso e attraversato.
Si tratta di una camminata molto breve, con pochissimo dislivello e completamente privo di qualsiasi difficoltà tecnica. Ultimamente è stato anche dotato di una "sparàngola" di fittoni e cavi metallici capace di rassicurare anche i più titubanti.
La rosetta del panettiere scottata e farcita di crauti del giorno prima.
👉La partenza è dal paesino di Ospedaletto e si va e si torna dallo stesso percorso ma (e solo per chi vuole) questa breve passeggiata può anche essere trasformata in una interessante escursione ad anello che si spinge fino ad includere il soprastante Ponte dell'Orco.
👉Attenzione però: non tutte le cartine riportano i sentierini "giusti", anche se fanno parte della base dati di OpenStreetMap! Io uso le mappe della applicazione cecoslovacca "Mapy.cz" basata su dati OSM, che ha un'interfaccia molto leggibile.

domenica 24 marzo 2024

La rosetta del panettiere alla piastra e con i crauti

E' anche un buon modo per riciclare i crauti avanzati dalla sera prima.
mangiare in montagna
E' il massimo del riciclo: rosetta ormai vecchia tagliata in due, riscaldata alla piastra e imbottita con i crauti avanzati da ieri. Fra il tramezzino da toast e la rosetta trattata da toast, scelgo la rosetta. Volendo possiamo aggiungerci dei Würstel oppure del formaggio.
panino e crauti
La rosetta, con la michetta, è il tipo di pane più economico, quello che costa meno.
Nessuna salsa e nessun'altra aggiunta perché l'accoppiata pane+crauti è  autosufficiente.
Serve però una piccola piastra elettrica per "tostare" le due metà della rosetta, ma è questione di tre minuti. Volendo si possono aggiungere anche dei Würstel e in tal caso bisognerà anche scegliere: bollirli o piastrare anche loro? Aggiungere la senape o il cren? 
👉La rosetta è il tipo di pane più economico e in più i crauti bastano anche da soli a farcirla per bene, non richiede niente d'altro.

mercoledì 20 marzo 2024

La ferrovia della Valsugana a fine Ottocento

Dopo il 1866, quando Trento era ancora austriaca ma Venezia era già italiana, ci fu il boom delle ferrovie, che interessò anche la Valsugana.
La tratta Trento-Tezze venne inaugurata nel 1896 e terminava alla piccola stazione di Tezze, che si trovava poco prima del confine con il Regno d'Italia, che era lì dal 1866, quando la terza guerra di indipendenza italiana aveva tolto il Veneto agli Asburgo.
Una locomotiva italiana della serie 880, oggi conservata a Primolano.
All'epoca i circoli economici austriaci premevano per la realizzazione di un collegamento ferroviario Brennero-Venezia; lo facevano perchè spinti dal suo potenziale commerciale.
👉Nello stesso tempo il governo austriaco non era molto propenso a favorire il Lombardo-Veneto e privilegiava invece il porto di Trieste che veniva ritenuto più aderente ai propri interessi e anche militarmente più importante (e questo spiega perchè la "ferrovia meridionale" Vienna-Trieste venne inaugurata molto prima, nel 1858).
Il lungo viadotto su archi che supera il dislivello fra il fondovalle dove si trova la città
di Trento e la Valsugana qui con una motrice a carbone della serie 625. Il viadotto
era ben costruito visto che viene utilizzato con piena soddisfazione anche oggi.
👉Ma con la guerra del 1866 l'Austria perse il Veneto ed il confine si spostò a Primolano, più esattamente a Martincelli di Grigno. Le forze economiche dei due stati continuavano ad agire, premendo per un collegamento commerciale su ferro fra Austria e Italia sulla direttrice della Valsugana.

La tratta austriaca Trento-Tezze: dopo il passaggio del Veneto al Regno d'Italia (1866) il confine italo-austriaco era stato fissato a Tezze di Grigno e a "tifare" per un collegamento Trento-Venezia restarono solo gli interessi economici, mentre i due stati erano ormai impegnati in una geopolitica del tutto diversa. Così fu solo molto più tardi e cioè nel 1896 che in Trentino gli austriaci inaugurarono la tratta Trento-Grigno. La decisione venne presa nel 1894 con la costituzione della società ferroviaria e i lavori furono realizzati senza por tempo in mezzo. Infatti l'intera opera, ingegneristicamente complessa per la presenza di lunghi viadotti e gallerie, fu ultimata a tempo di record, cioè in soli due anni.
Una locomotiva della serie 740 rimessa in funzione e fotografata durante una rievo-
cazione storica nella stazione di Borgo Valsugana, con la Panarotta e il Monte Fra-
vort sullo sfondo, nel 2014.
La tratta italiana Mestre-Primolano: la concessione per la costruzione e l'esercizio della linea tra Mestre e il confine tirolese presso Primolano fu ottenuta da una società privata, la Società Italiana per la Ferrovia della Valsugana (SIFV).
👉Il collegamento mancante tra l'uscita dalla stazione di Primolano e quella austriaca di Tezze Valsugana venne costruito a cura delle imperial-regie ferrovie austro-ungariche. Fu a quel punto che Primolano, prima stazione in territorio italiano, grazie all'intervento austriaco divenne stazione internazionale di confine. Correva l'anno 1910.

lunedì 11 marzo 2024

Il mercato del pesce fresco nella vecchia Bolzano

Il pesce fresco si vendeva ai Fischbänke, i banchi del pesce, in pietra e situati all'aperto; qui si trovava il pesce vivo appena tolto dall'acqua.
Si trovano dove termina la Piazza delle Erbe, all'imbocco di Via Streiter. Per quanto riguarda la merce, si trattava di pesci d'acqua dolce, in primis di trote (Forellen in tedesco) e di carpe (Karpfen). Che venivano comprate praticamente vive, per essere poi cucinate in casa. Oggi questi banchi del pesce sono insidiati dall'invadenza dei mercatini di natale e dal kitsch dei localini trendy.

La raffinata vasca in pietra alimentata con acqua corrente è situata in fondo
alla serie dei quattro banchi di vendita. 
Il Fischkalter (letteralmente "pesce freddo", pesce fresco) veniva venduto ai Fischbänke (i banchi del pesce) del mercato all'aperto cittadino da secoli e secoli, almeno fin dalla seconda metà del '400.
Nel suo aspetto attuale questa sezione del mercato pubblico risale però agli inizi dell'800.
La vasca con fontana è del 1830, decorata con pesci intrecciati, era destinata allo stoccaggio dei pesci vivi per poterli conservare dopo la cattura e fino al momento della vendita, che avveniva sui vicini banchi di vendita in pietra viva (Fischbänke).
👉Questi banconi di vendita in pietra sono rimasti attivi fino agli anni Settanta del Novecento. Erano funzionali e igienici, anche considerato che lavoravano in stretta unione con la Fischkalter, la grande vasca con fontana dove i pesci venivano conservati vivi e in acqua corrente. La pietra viva dei banchi di vendita sopportava senza scomporsi, estate e inverno, le più energiche lavature e pulizie sotto ogni condizione meteo.

Endlich bist tu im Urlaub, e la perla urbanistica viene ingoiata da un localino trendy, un trappolone per turisti, chi se ne frega di tutto il resto: fare cassa qui, ora, subito, adesso. I banchi in pietra non si vedono neppure più? Per questo l'assessore si gira dall'altra parte...